Giorgia, Marta, Ottavia e Gabriella raccontano la gioia che nasce dall’incontro con gli altri, una “gioa profonda, intima, difficile da spiegare a parole ma che sai che viene da Dio.
Un Capodanno in Bosnia, lontani da feste e divertimento non se lo sarebbero mai immaginato, i 60 giovani che hanno partecipato alle missioni di Capodanno organizzate da Gioventù Missionaria, dal 29 dicembre al 3 gennaio; eppure, scrive su facebook padre Riccardo, cappellano dell’Università degli Studi di Palermo, hanno tutti il sorriso stampato sulle labbra e, nel cuore, la consapevolezza che valeva la pena donare questo momento così bello a chi ha più bisogno di loro.
4 sacerdoti legionari di Cristo e 2 Consacrate del Regnum Christi hanno accompagnato in missione i giovani provenienti da Firenze, Milano, Padova e Palermo che hanno portato 6 tonnellate di cibo e vestiti alle famiglie bisognose del posto, alla casa per anziani, all’orfanotrofio musulmano di Mostar e al centro per disabili. Ma non solo: hanno fatto visita agli ospiti, hanno giocato con i bambini e anche a tombola con gli anziani, hanno donato tempo, abbracci e sorrisi e hanno avuto in cambio molto di più: la gioia delle persone che hanno incontrato. Hanno sperimentato che è possibile incontrare Dio nei volti di chi soffre.
Hanno festeggiato il Capodanno con un concerto rock, quello cristiano dei Reale e poi il 2 gennaio sono andati sul monte Krizevac, per ripercorrere, attraverso le tappe della Via Crucis, pregando, le cadute, il dolore e le sofferenze di Gesù. Il monte che sovrasta il piccolo centro di Medjugorje è un luogo impervio, aspro e roccioso; se piove e si forma il fango, può mettere a dura prova. Ma alla luce delle esperienze vissute, queste difficoltà appaiono insignificanti e diventano un’offerta gioiosa, un’occasione per meditare su tutto quello che Lui ha fatto e continua a fare per noi.
Giorgia, Marta, Ottavia e Gabriella hanno raccontato su Facebook le loro impressioni. Sono punti di vista differenti sull’esperienza vissuta insieme, con un comune denominatore: la gioia che nasce dall’incontro con gli altri, un incontro in cui sfumano i contorni dei ruoli di chi dà e di chi riceve.
Ecco le loro parole.
Giorgia D. – Cosa mi abbia spinto a iniziare questo 2018 in un modo così diverso dal normale, non lo so nemmeno io. Siamo riusciti a consegnare tonnellate e tonnellate di cibo, beni di prima necessità, vestiti e felicità a orfanotrofi, centri per anziani, campi profughi, ospedali psichiatrici, famiglie bisognose. Famiglie che non hanno più nulla, neanche i mobili ma hanno conservato la SPERANZA. La speranza che tutto può cambiare […] Viaggiare non significa solamente conoscere nuovi posti, viaggiare significa fare esperienza, portare con te nel tuo cuore nuovi ricordi, incontri e conoscenze. Ho incontrato persone con una luce negli occhi diversa, una luce speciale, luce che gli ha dato di nuovo la vita. Sono partita con zero aspettative e con 10 compagni d’avventura [da Palermo, ndr], sono tornata a casa con 70 amici speciali con cui è stato un onore poter condividere questa splendida esperienza. Vi auguro di poter vivere un´esperienza così unica e toccante una volta nella vostra vita, perché ti cambia, uno di quei cambiamenti che hai sempre aspettato. Leggi tutto qui.
Marta L. – Tornando a casa ho sentito l´esigenza di condividere la mia esperienza. Perché? Per dare un piccolo pezzetto del mio cuore a tutte le persone a cui voglio bene e a tutte le persone che ne hanno bisogno. Dal mio ritorno tutto mi sembra diverso, ma non è cambiato nulla: sono cambiata io. Tutti abbiamo bisogno di una guida per ritrovare la strada e in questa missione le mie guide sono state così potenti da trasmettermi un immenso amore per la vita. Spero di poter trasmettere a tutti coloro con cui parlerò un poco di questo amore.
La mia vera missione comincia qui.
Ottavia T.- Non sono solita scrivere post ma penso che l´esperienza che ho appena vissuto valga la pena di essere condivisa. […] Ho potuto vedere con i miei occhi il volto della guerra, di cui tante volte abbiamo sentito parlare nei racconti dei nostri nonni, letto sui libri di storia o osservato in qualche film, ma che sentiamo sempre lontano da noi come se non fosse poi così reale. […] Da questo viaggio torno con la consapevolezza che c´è molto ancora da fare ma che ognuno di noi è in grado fare la differenza. Grazie ai padri e alle consacrate che ci hanno guidati supportati e sopportati in questa missione e a Gioventù Missionaria che l´ha resa possibile. Leggi tutto qui.
Gabriella F. – Quest´anno per capodanno ho fatto qualcosa di nuovo. Sono stata in missione in Bosnia. […] È stata senza dubbio una delle esperienze più belle della mia vita. Mi ha regalato e insegnato tanto. Ho visto con i miei occhi quanta sofferenza c´è nel mondo. […] Ho visto la generosità in chi, pur non avendo niente, ti deve ripagare a tutti i costi, privandosi di quel niente che ha per darlo a te. Ho visto l´amore in chi si prende cura dei dimenticati. Ho visto la speranza e la gioia nel sorriso di chi avrebbe tutte le ragioni per essere deluso e amareggiato da questo mondo. Ho visto la sete di un contatto, una carezza, un sorriso. E ho visto la felicità quando quel contatto, quella carezza, quel sorriso arrivavano. […] Loro erano felici. Noi lo eravamo di più. È quella gioia profonda, intima, difficile da spiegare a parole ma che sai che viene da Dio. Vi invito a fare un bilancio della vostra vita. Cosa mi dà felicità? Sto facendo del mio meglio? In che direzione sto andando? Riesco a riconoscere la felicità nel mio quotidiano? Leggi tutto qui.