Un’esperienza al Centro Ascolto di Catania

Il mio nome è Graziana Arcidiacono e sono una volontaria che opera da circa quattro anni al “centro di ascolto Vis Foundation Italia Onlus” di Catania, sito nella parrocchia di San Giuseppe in Ognina.
Il “centro ascolto” è nato con lo scopo di andare incontro al fabbisogno delle famiglie più disagiate del nostro quartiere, purtroppo tante.
Osservato dall’esterno, il suo operato potrebbe riassumersi in una semplice distribuzione di viveri, invece, esso mette in azione una vera e propria “catena umana solidale” che coinvolge innumerevoli persone di tutta la città di Catania, pronte a dare un sostegno, non solo alimentare, ma anche un supporto psicologico e giuridico.
Attraverso la figura di alcuni volontari (catechisti, professori e studenti), il nostro centro ascolto assume un ulteriore “aspetto”, essenziale per la società e soprattutto vitale per un cristiano: esso diventa “educatore”.
La “raccolta e la distribuzione” dei viveri, destinata alle famiglie bisognose, educano i volontari impegnati, ad apprezzare ciò che si ha, dal dono della vita al pasto giornaliero, ponendoli di fronte alla domanda: “Perché siamo nati in un contesto agiato e non in un contesto disagiato?”
Ed è per questo che il nostro servizio non viene svolto con uno spirito di pietà verso il prossimo, ma come un ringraziamento per ciò che abbiamo e tutti noi volontari veniamo mossi da un’unica forza motrice: il desiderio di donare e donare è sinonimo di amare.
Proprio donando il nostro centro ascolto ha vissuto dei momenti indimenticabili che rimarranno indelebili nei cuori di ogni volontario ed uno di questo è “la cena di Natale”.
Padre Miguel, insieme a noi collaboratori, decise di organizzare una cena di Natale per tutte le famiglie del nostro centro ascolto ed ecco che la macchina solidale si mise in moto preparando e curando questo evento in ogni suo piccolo particolare: musica dal vivo, addobbi natalizi, tovagliato e stoviglie in tema e persino porta posate a forma di albero di Natale. In poche parole, il nostro teatro parrocchiale divenne un’elegante sala cerimoniale. Professori, liceali, gruppo giovane parrocchiale ed alcuni di noi impegnati costantemente in questo servizio, siamo divenuti “camerieri”, pronti a servire la cena ai nostri cari ospiti: le famiglie bisognose. A parole è difficile poter descrivere il loro stupore e la loro commozione, ma in particolare, ciò che non scorderò per tutta la vita, saranno l’emozione e la gioia che sprizzavano negli occhi di un bambino all’arrivo del nostro babbo Natale con i suoi sacchi di juta pieni di regali. Ricordo che questo bambino gli corse incontro abbracciandolo forte e, quando si sedette sulle sue gambe, con un grande sorrisone sulle labbra gli disse: “Babbo Natale grazie! Ti voglio tanto bene!”.
Babbo Natale (un nostro volontario, nonché mio marito) commosso, lo abbracciò forte a sé. Penso che in pochi riuscimmo a trattenere le lacrime.
Questo e tanti altri momenti, sono la più bella ricompensa che noi volontari potremmo ricevere.
Il nostro centro ascolto non si è tirato indietro neppure di fronte alla pandemia che stiamo vivendo da più di un anno; anzi, grazie ai nostri benefattori e volontari, è riuscito ad aiutare: persone disagiate proveniente, non solo dal nostro quartiere, ma da ogni parte della città; le suore missionarie della Carità Madre Teresa di Calcutta; reparti ospedalieri; l’unità operativa della Misericordia Catania Porto ed ha operato in tanti altri contesti in cui vi era un imminente bisogno di aiuto.
La forza del donarsi al prossimo è inarrestabile.
In queste righe ho cercato di riassumere la vita del nostro “centro ascolto”, ma solo vivendolo si può arrivare al suo “cuore pulsante” che regala linfa a tutti i suoi volontari ed io, come tale, ringrazio Dio e il nostro mitico padre Miguel per aver scelto me e la mia famiglia a far parte di questa realtà che esprime in pieno la “forza della carità”.
Grazie sempre!

Condividi