Canonizzazione

San Paolo VI e la Legione di Cristo

«Gesù è al vertice delle aspirazioni umane».

Il 14 ottobre scorso, papa Francesco ha inserito nel libro dei santi mons. Óscar Arnulfo Romero, vescovo di El Salvador; Nazaria Ignacia de Santa Teresa de Jesús, fondatrice delle Missionarie Crociate della Chiesa; padre Vincenzo Romano; padre Francesco Spinelli, Nunzio Sulprizio e papa Paolo VI.

Commentando la canonizzazione di san Paolo VI, padre Eduardo Robles Gil, LC ha invitato a ringraziare Dio per la vicinanza di Paolo VI e per la vicinanza dei papi alla Legione di Cristo e al Movimento, perché nel Papa abbiamo sempre la pietra sicura su cui si costruisce la Chiesa.

Di seguito, un breve resoconto della vita di san Paolo VI e dei momenti in cui è stato presente nella storia della Legione di Cristo e del Regnum Christi.

Messaggio di p. Eduardo Robles Gil in occasione della canonizzazione di papa Paolo VI.  

Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini è nato nel 1897 a Concesio, in provincia di Brescia. Nel 1916 è entrato nel seminario di Brescia ed è stato ordinato sacerdote il 29 maggio 1920. Tra il 1992 e il 1954 ha lavorato per la Segreteria di Stato della Santa Sede. Papa Pio XII lo ha nominato nel 1954 arcivescovo di Milano e san Giovanni XXIII lo ha elevato cardinale nel 1958.

San Giovanni XXIII con mons. Montini San Giovanni XXIII con l’allora mons. Montini.

Il primo contatto tra san Paolo VI e la nostra Congregazione risale al 1945, quando mons. Giovanni Battista Montini era sostituto della Segreteria di Stato e ha firmato la benedizione papale che Pio XII ha inviato al primo nucleo di apostolici e futuri Legionari che iniziavano la loro formazione a Città del Messico. Ecco il testo della benedizione: «Il Santo Padre, in occasione del Quarto anniversario della Scuola Apostolica del Sacro Cuore, augurandoci un incremento fecondo, di cuore imparte la implorata benedizione apostolica. Montini, sostituto. Città del Vaticano, 30 marzo 1945». Queste righe sono apparse anche sulla rivista Regnabit, la prima rivista di un centro dei Legionari di Cristo.

Benedizione di papa Pio XII, firmata da mons. Montini Benedizione di papa Pio XII firmata da monsignor Montini.

Nel 1954, papa Pio XII ha nominato l’allora monsignor Montini arcivescovo di Milano. Nel 1958 papa san Giovanni XXIII lo ha creato cardinale e in questa veste ha partecipato attivamente e come figura rilevante, al Concilio Vaticano II, inaugurato da papa Roncalli l’11 ottobre 1962. Dopo la morte del “papa buono”, nel 1963, i cardinali riuniti nel conclave hanno eletto al soglio di Pietro il card. Montini che si è dato il nome di Paolo VI. A lui toccò portare a buona conclusione l’opera del Concilio Vaticano II.

Aula conciliare Vista dell’aula conciliare nella Basilica di San Pietro.

 Jacques Maritain Papa Paolo VI consegna a Jacques Maritain il messaggio che il Concilio Vaticano II ha rivolto al mondo.

Il nuovo Pontefice ha concesso alla Legione di Cristo il decretum laudis il 6 febbraio del 1965. Il cardinale Ildebrando Antoniutti, allora prefetto della Sacra Congregazione dei religiosi, nel discorso che ha fatto in occasione della consegna dell’importante documento, ha definito la concessione del Decretum Laudis come “una prova di affetto” del Santo Padre alla Legione di Cristo.

Da quella data, la Congregazione è un istituto religioso clericale di diritto pontificio. Paolo VI è stato il primo vicario di Cristo che ha visitato una casa legionaria. Il 17 dicembre 1967, il Santo Padre ha visitato il Collegio maggiore dei Legionari di Cristo in via Aurelia 677 per pregare nella cappella e rendere omaggio ai resti mortali del cardinale Antonio Riberi che era spesso ospite di questa casa e vi era morto. Tutta la comunità ha pregato con il Papa per l’eterno riposo del cardinale.

San Paolo VI San Paolo VI in preghiera per l’eterno riposo del suo amico card. Riberi (foto scattata nella cappella del Collegio Maggiore dei Legionari di Cristo).

Un altro evento particolare risale al 24 settembre del 1969, quando due giovani dell’Irish Institute di Città del Messico, insieme a p. John Walsh, LC hanno avuto la grazia di salutare personalmente papa Paolo VI a nome del gruppo che rappresentavano. Tra loro c’era anche Álvaro Corcuera, futuro Direttore generale della Congregazione e del Regnum Christi.

Padre John Walsh, LC L’allora fr. John Walsh saluta Paolo VI nel 1969 durante l’udienza. Alla sua sinistra Álvaro Corcuera.

Dopo il Concilio la Legione di Cristo ha ricevuto l’incarico di occuparsi delle popolazioni dello stato di Quintana Roo nella Repubblica messicana. Il 16 luglio 1970, papa Paolo VI ha designato padre Jorge Bernal, LC come amministratore apostolico ad nutum Sanctae Sedis della neonata prelatura di Chetumal. Tre anni dopo, il 7 dicembre 1973, il Santo Padre ha nominato padre Jorge Bernal vescovo titolare di Velefi e prelato di Chetumal.

Da allora, i Legionari di Cristo hanno sviluppato il loro lavoro di evangelizzazione e missionario, insieme ad altri sacerdoti, religiosi e religiose e fedeli laici, in questa regione messicana che Paolo VI ha affidato loro.

«Papa Paolo VI, il Papa della Evangelii Nuntiandi, ci invita a uscire da noi stessi, a lasciare le nostre comodità per andare a evangelizzare tutte le persone che non conoscono Cristo» ha detto p. Eduardo Robles Gil, LC nel video messaggio in occasione della canonizzazione di Paolo VI.

Padre Jorge Bernal, LC Paolo VI riceve in udienza mons. Jorge Bernal, LC nel 1975.

Il 2 gennaio 1974, papa Paolo VI ha salutato con queste parole i novelli sacerdoti di quell’anno:

«Poi abbiamo anche un altro gruppo che salutiamo con grande piacere, di numero ben diverso, ma di qualità, direi che gareggia con quello che abbiamo salutato per primo. La nostra parola di paterno saluto e compiacimento si rivolge ora ad un gruppo di novelli sacerdoti del Collegio romano – state attenti – dei Legionari di Cristo. Che cosa vuol dire “Legionari di Cristo?” Legionari di Cristo vuole dire appartenenti a una famiglia spirituale e religiosa che non ha molti anni di vita e che è stata fondata anche a conoscenza nostra, ne ricordiamo i primi passi; ma che vengono da dove? Dal Messico! E che quindi meritano veramente un applauso e il saluto di tutti. In verità, un terreno molto fecondo di vita spirituale, di vita religiosa che ha la capacità che non hanno tutti i popoli dell’America latina, non solo di vivere fortemente la propria fede ma di irradiarla anche intorno a loro; sono missionari, sono espansivi, sono romani e in quale numero e con quale fervore e quindi dobbiamo salutarli con particolare intenzione, anche perché ci presentano dei sacerdoti nuovi, dei nuovi sacerdoti che sono stati ordinati alcuni giorni fa, nella vigilia del Santo Natale, vero? E quindi li salutiamo come figli e come fratelli. Avremmo molte cose da dirvi come giovani, come messicani, come sacerdoti novelli. Per anni vi siete preparati nella preghiera, nello studio e nella meditazione al momento solenne della vostra definitiva donazione a Dio e alla Chiesa, scegliendo come unico e grande scopo della vostra giovinezza e di tutta la vostra vita Gesù; lo avete scelto, però, sotto questo aspetto: militante.

Siete Legionari, cioè, non persone passive o che rimangono a guardare come vanno le cose ma che vogliono imprimere una forza nelle cose e dare al cristianesimo un’espressione che gli è propria. La militanza; Legionari, cioè, combattivi nel nome di Gesù. Dio vi benedica e Dio conservi sempre in voi questo tratto caratteristico. Si richiede – certamente la parola è superba, però va bene se riferita a Cristo – essere conquistatori e chiamare altri fratelli alla stessa fede e alla stessa comunione nel Signore.

Conservate sempre la gioia, la generosità, l’entusiasmo della Prima Messa. Quando ho celebrato la mia prima messa – lo ricordo ancora – un sacerdote zelante e santo mi ha detto questo: “Ti raccomando una sola cosa: che ogni messa sia la prima messa”. Che bello! È sempre una grande novità che non riusciremo mai a esaurire nella nostra meditazione. E per questo benediciamo ciascuno di voi in particolare e anche nella comunità in cui siete; le vostre famiglie, le persone che vi sono care, i luoghi della vostra patria così grande, così bella, così giovane, così feconda; e poi la vostra famiglia spirituale alla quale dobbiamo già tanta gratitudine e tanta stima, con la nostra benedizione apostolica».

La spiritualità cristocentrica di Paolo VI ha anche lasciato una traccia profonda nella spiritualità del Regnum Christi, nel rito di incorporazione al Movimento è incluso il testo di una sua allocuzione del 3 febbraio 1965:

«Gesù è al vertice delle aspirazioni umane, è il termine delle nostre speranze e delle nostre preghiere, è il punto focale dei desideri della storia e della civiltà, è cioè il Messia, il centro dell’umanità, Colui che dà un senso agli avvenimenti umani, Colui che dà un valore alle azioni umane, Colui che forma la gioia e la pienezza dei desideri di tutti i cuori, il vero uomo […] E nello stesso tempo Gesù è alla sorgente d’ogni nostra vera fortuna […], è il principio della nostra vita spirituale e morale; dice che cosa si deve fare e dà la forza, la grazia, per farlo; Cristo è tutto per noi. Ed è dovere della nostra fede religiosa, necessità della nostra umana coscienza, riconoscere, confessare e celebrare questo. A Lui è legato il nostro destino, la nostra salvezza».

«[Paolo VI] ci insegna nella Ecclesiam Suam il vero rinnovamento: non è a immagine del mondo che si edifica la Chiesa, ma a immagine di Gesù Cristo. Siamo in un periodo di rinnovamento e non è a immagine del mondo che si rinnova la vita religiosa, è a immagine di Cristo che si rinnova» ha detto p. Eduardo Robles Gil nella sede della Direzione generale nell’omelia del 26 settembre 2018, memoria di Paolo VI.

Fonte: La Red 14-10-2018

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