Intervista a Mariana Ibañez

Abbiamo intervistato Mariana Ibañez, che dall’8 dicembre 2020 sarà la nuova direttrice territoriale dell’Europa delle Consacrate. Ecco qualche domanda e risposta per conoscerla meglio.

  1. Quante consacrate vivono e lavorano attualmente sul territorio, in quali paesi? In quali settori operano?

Circa 35 persone. In Francia (Parigi e Bordeaux), in Germania (Ratingen) e in Italia (Milano e Roma). I loro settori di attività sono ampi – la cura pastorale degli adolescenti, dei giovani e degli adulti, la cura pastorale nei centri educativi diocesani, il sostegno alla Chiesa locale nella catechesi e la partecipazione alle strutture diocesane, il lavoro nei centri propri del Regnum Christi come ApostelHaus, l’insegnamento a diversi livelli, la partecipazione alla guida della Federazione, il coordinamento con i legionari, con le persone consacrate e i con laici… è difficile elencare tutto perché ci sono molte realtà.

  1. Quali sono le priorità o le sfide più importanti per il territorio nei prossimi anni?

Personalmente, la priorità sarà quella di dedicare del tempo a conoscere la ricchezza e la realtà delle persone e della missione sul territorio.

  1. Recentemente si è tenuta a Roma l’Assemblea generale delle consacrate. Quali progressi ha portato secondo lei?

La consapevolezza che la Società di Vita Apostolica (SVA) “appartiene a tutte”, il che implica che assumiamo con gioia e coraggio l’impegno di una corresponsabilità adulta e consapevole. Una crescente libertà e maturità sia personale che istituzionale, camminando nella scuola del discernimento evangelico. Una possibilità di continuare a cercare di rafforzare i nostri passi istituzionali nella verità, nell’umiltà e nella speranza, “rievangelizzando” i nostri valori istituzionali, riempiendoli di contenuti e di significato. Un salutare effetto di calma e di forza interiore che viene dalla trasparenza umile e sincera, riconoscendo i nostri errori del passato e scegliendo la strada dell’apprendimento continuo.

  1. Cosa significa per lei far parte della Federazione Regnum Christi?

Stiamo cominciando a scrivere insieme un nuovo capitolo della storia della nostra vita istituzionale e, come ci ha detto Papa Francesco a febbraio, “abbiamo concluso una tappa del cammino che stiamo facendo. Ciò significa che non è ancora finita, ma che deve continuare“. *

Considero questo periodo un’occasione per percorrere insieme un cammino simile a quello che Gesù propone a Nicodemo nel Vangelo: un nuovo risveglio nello spirito, l’ascolto, attento a quel vento che soffia, che non controlliamo, che non sappiamo da dove viene o dove ci porterà, ma che ci dona freschezza, novità e vita. Essere parte della Federazione significa anche riscoprire il dono delle diverse vocazioni che la compongono, la portata di ciascuna di esse, lo stile di relazione reciproca e di evangelizzazione che siamo chiamati a vivere.

*(Discorso del Santo Padre Francesco ai partecipanti al capitolo generale LC e alle assemblee generali delle consacrate e dei laici consacrati del RC 29 febbraio 2020)

  1. Quali compiti di guida ha svolto finora nel Regnum Christi?

In questi 28 anni di vita consacrata, ho avuto la grande opportunità di esercitare un servizio in diversi campi sia pastorali che istituzionali; di lavoro sia all’interno della SVA che nelle comunità di persone consacrate, così come nei centri educativi e nelle sezioni giovanili e con degli adolescenti.

  1. Come si descriverebbe come persona?

Ricercatrice, leale, serena, gioiosa e impegnata.

  1. Perché è diventata consacrata nel Regnum Christi?

Fin da bambina, il Signore ha collocato nel mio cuore una sete di trascendenza, un desiderio di servizio e una nostalgia per l’eternità. Attraverso profonde esperienze di gioia e di pienezza, di dolore e di perdita, mi ha dato il dono dell’intimità e di molta risonanza interiore. A poco a poco, il suo sguardo e il suo stile mi hanno affascinato, portandomi a rompere con i miei piani e progetti di vita, in cui non entrava la consacrazione totale. Infine, da una forte esperienza con l’Eucaristia, ho sperimentato il desiderio di offrirgli la mia piccola vita, se anche solo questo permettesse a una persona nel mondo di trovare un senso e il desiderio di incontrarlo.

  1. Cosa caratterizza o dovrebbe caratterizzare la leadership?

Ritengo importante riconoscere che, dal punto di vista del Vangelo, la leadership è sempre e solo un servizio, un servizio il cui obiettivo è quello di facilitare le condizioni comunitarie e personali affinché ogni persona consacrata possa approfondire il suo rapporto con Cristo e quindi rafforzare la sua vocazione. Questo mi colpisce molto, perché è proprio l’inizio della mia chiamata. Spero di svolgere questo servizio con la semplicità di chi conosce la propria realtà, come un’altra sorella, cercando di donarmi liberamente, preparandomi ad ascoltare costantemente in spirito di discernimento evangelico, avvicinandomi alle realtà dai vincoli, e partendo da uno sguardo di fiducia nell’altro.

Non è facile per me lasciare l’Argentina, poiché i 16 anni di dono in questo territorio mi hanno permesso di arricchirmi della sua cultura e di stabilire rapporti di profonda e vera amicizia; inoltre, conosco le esigenze di questa comunità, le sue enormi potenzialità e il momento di dispiegamento che sta vivendo. Tuttavia ho accettato questo nuovo incarico con totale disponibilità verso la volontà del Signore. I suoi progetti sono sorprendenti e provvidenziali, e l’unica cosa che possiamo fare è prestarci con un umile e sincero “lasciamo che sia”.

  1. Da dove lavorerai e con quale frequenza ti vedremo in Italia / Germania / Francia?

Il calendario non è ancora definito, ma la mia intenzione e il mio desiderio è di poter avere una presenza significativa in ciascuna delle città del territorio per conoscere i laici consacrati e le consacrate, i legionari, e i laici con cui lavoriamo, così come le sfumature culturali con cui si dispiega il carisma del Regnum Christi nelle località.

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