Senza giovani non c’è futuro! Nemmeno per la Chiesa
Due membri del Regnum Christi hanno rappresentato il Movimento all’Incontro annuale dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità che si è svolto a Roma, il 19 giugno.
María Torras, di Madrid e Fernando Rincón, Laico consacrato del Regnum Christi (uno dei consiglieri generali) hanno partecipato, in rappresentanza del Movimento Regnum Christi, all’Incontro annuale dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità il cui tema è stato, in linea con il prossimo Sinodo dei giovani (ottobre 2018), il discernimento vocazionale. Erano presenti 50 movimenti rappresentati ciascuno da due membri (di cui uno “giovane”) di diverse nazionalità: Irlanda, Italia, Stati Uniti, India, Spagna o Filippine.
Senza giovani, non c’è futuro! Nemmeno per la Chiesa!
L’incontro è stato aperto dall’intervento del card. Kevin Farrell, prefetto del dicastero Laici, Famiglia e Vita, che ha promosso l’incontro. Il cardinale ha fatto un breve riferimento al nuovo statuto del dicastero, spiegando che «riguardo ai movimenti ecclesiali […], il nuovo Statuto menziona anche il compito di “accompagnamento” di tali aggregazioni nella loro vita e nel loro sviluppo (cfr. Art. 7). Questi nostri incontri annuali rientrano, appunto, in questo “accompagnamento” dei movimenti ecclesiali da parte del Dicastero».
Il card. Farrell ha citato più volte il Papa spiegando che il suo interesse per i giovani non è un aspetto tra i tanti ma riguarda il futuro della Chiesa: «senza giovani non c’è futuro! Nemmeno per la Chiesa». Poi ha proposto ai presenti una riflessione suggerendo tre aspetti da considerare:
Giovani fondatori
All’origine di molti movimenti ecclesiali ci sono stati dei giovani. Molte di queste realtà ecclesiali sono nate dall’esperienza viva di un giovane o di una giovane, o di un gruppo di giovani, che ne sono diventati iniziatori e fondatori. Alcuni di questi giovani erano già animati interiormente da una ricca vita di fede, altri provenivano da forti esperienze di conversione. In ogni caso, la loro sensibilità giovanile e il loro slancio hanno da subito attratto altri giovani come loro, che ne hanno condiviso il carisma, lo stile e la visione profetica per il futuro.
La lunga esperienza di lavoro con i giovani da parte dai movimenti ecclesiali.
Nelle vostre realtà cercate di parlare al cuore dei giovani, di toccarli nell’intimo, facendo sperimentare loro la gioia profonda di essere amati da Dio. La vostra intenzione è quella di raggiungere il loro animo, far sì che si aprano ad un incontro autentico con Gesù Cristo. Per questo motivo, avete sviluppato un linguaggio, uno stile e delle metodologie pensate per essere efficaci e che si adattano bene alla struttura psicologica dei giovani e alla loro sensibilità culturale. E questo è un tesoro da condividere con tutta la Chiesa!
I movimenti ecclesiali coinvolgono i giovani attivamente nell’evangelizzazione.
Evangelizzati, i giovani diventano subito evangelizzatori! Questo è tipico dell’età giovanile. Non appena sperimenta qualcosa di bello e coinvolgente, un giovane non fa molti calcoli, ma è portato spontaneamente a parlare, a testimoniare, a condividere con gli altri ciò che lui stesso ha vissuto in prima persona. L’esuberanza giovanile tende di per sé a condividere tutto e spinge il giovane ad essere convincente e trascinante anche per gli altri.
Un lavoro in comunione
I nostri due rappresentanti hanno presentato le iniziative di apostolato del Regnum Christi.
L’idea principale della giornata era che ciascuno potesse condividere con gli altri le diverse attività che si svolgono a favore dei giovani, in concreto sul piano del discernimento vocazionale. Ciascuno ha avuto tre minuti per esporre le iniziative della realtà di appartenenza.
È intervenuto il card. Lorenzo Baldisseri, segretario del Sinodo dei Giovani, che ha insistendo su tre aspetti:
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l’importanza della figura del giovane nella Chiesa,
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la necessità di una Chiesa più agile e dinamica che sappia essere presente laddove c’è la gioventù;
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e che deve essere presente nella vita quotidiana perché loro sappiano che sono accompagnati da Dio sempre.